come essere caritatevoli per cinque minuti al giorno può ambiarti la vita
Vogliamo condividere con voi lettori queste versi del Vangelo: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici." ( Gv 15,9-17 ).
Suonano famigliari, non è vero? Quante volte li abbiamo sentiti a messa, al catechismo o durante le riflessioni dei campeggi. Eppure, risentendoli e rileggendoli, ci siamo accorti che riusciamo sempre a cogliere solo una parte di quanto ci vogliano dire: ogni volta che ci imbattiamo nuovamente in loro, influenzati anche dalle emozioni che ci abitano proprio in quelle circostanze, riusciamo ad arrochirne la nostra interpretazione.
Questa volta, infatti, riflettiamo sul loro significato inevitabilmente influenzati dal periodo di quaresima che stiamo vivendo. Prima di tutto, ci colpisce come queste parole risalgono a più di duemila anni fa e siano ancora attuali. Sembra ovvio, scontato, ma è un dato che noi non abbiamo mai tenuto in considerazione nelle nostre riflessioni fino a questo momento.
In particolare, ci desta interesse lo stile di vita che viene proposto: nonostante siamo credenti del XXI secolo, riconosciamo valido, e lo valutiamo come tale, un modello basato sull’amore verso il prossimo, proprio come accadeva migliaia di anni fa. Insieme all’amore, l’umiltà e la carità sono gli altri due comportamenti a cui siamo spinti dalle parole di questo Vangelo.
Ci viene infatti proposto un modello che nella quotidianità deve operare in modo caritatevole, dando la propria vita: siamo invitati a fare il massimo per il prossimo, rifacendoci all’ esempio di Gesù e dei suoi discepoli.
Ma come si può essere caritatevoli in una società in cui il valore sommo è la competizione? Crediamo che, prima di tutto, sia necessario un serio lavoro di introspezione. Per essere caritatevoli, infatti, serve umiltà. Questa, secondo il nostro punto di vista, ha due accezioni principali: umile è colui che ha maturato una consapevolezza dei propri limiti, dei propri punti di debolezza e sa che non può tutto, ma che nonostante ciò dà il meglio di sè per il prossimo. Inoltre, umile è colui che opera per essere caritatevole verso gli altri ma che la sua azione non ha assolutamente altri fini se non quella.
Infine, crediamo che il tratto distintivo dell’uomo caritatevole della società contemporanea sia colui che sa donare tempo. Sembra scontato e alle volte non ci diamo nemmeno troppa importanza, convinti che sia più caritatevole colui che dona ricchezze materiali. Ma non è così. Come diceva infatti Seneca, noto intellettuale latino, il tempo è davvero l’unica cosa che appartiene all'uomo, le ricchezze, i beni materiali e tutto ciò che è esterno all'individuo gli è anche estraneo. Quindi, quando nella nostra quotidianità decidiamo di essere caritatevoli donando tempo, offriamo una parte di noi al prossimo. Questo è sicuramente un esempio pratico di ciò che vuol dire “ donare la propria vita per i propri amici”. Il nostro augurio è che questo periodo di quaresima possa rivelarsi per ognuno come un percorso di crescita personale, per riuscire a distinguersi dalla massa e, seguendo l’esempio di Gesù, essere caritatevoli con umiltà, donando al prossimo ciò che più appartiene all'uomo: il suo tempo.
Federico, Andrea e Rachele